Da Twitter a X, cambia il nome cambia la sostanza?
E alla fine Twitter è diventato X.
Dopo l’acquisizione da parte di Musk, i tagli sul personale che sono seguiti, la limitazione alle visualizzazioni e la perdita degli investimenti pubblicitari, ecco il rebranding che ha fatto fuori l’uccellino azzurro per lasciare spazio a una lettera dell’alfabeto ricca di contraddizioni: che comunica l’annullamento di qualcosa e allo stesso tempo indica la conferma di una presenza.
Quasi niente per dire invece tutto, perché sono tante, e molto diverse tra loro, le attività che Musk vorrebbe integrare in questa super app che sarà alimentata dall’AI.
Per molti questa operazione, innegabilmente radicale, non basterà ad annullare ciò che Twitter aveva conquistato nei decenni, perché “quello che fa conta più del nome che ha”, sostiene il co-founder Dorsey. Essere il modo più veloce per conoscere le ultime notizie non farà smettere alle persone di chiamarlo Twitter e di usare le parole “twittare” e “tweet”.
Insomma dopo questo rebranding possiamo tranquillamente affermare: è morto Twitter, viva Twitter! E ora facci vedere cosa sai fare X.