Dalla “Search Engine Optimization” alla “Search Ecosystem Optimization”
Una volta, lavorare in ambito SEO significava “ottimizzare per Google”. Oggi non basta. L’ecosistema Google stesso si è ampliato: ci sono Google Discover, Google Shopping, la Ricerca per Immagini, YouTube, la ricerca vocale e, prossimamente, le risposte generate dall’AI (come il progetto Gemini). Ma non finisce qui. Le persone cercano informazioni e ispirazione su un ventaglio di canali ancor più ampio:
- YouTube, TikTok e Instagram (ricerche visive e video);
- Amazon e marketplace (ricerche e acquisti diretti);
- Browser con funzioni di ricerca integrate (basti pensare a Chrome e Safari);
- Assistenti vocali (Alexa, Siri, integrazioni con ChatGPT).
Ecco perché si inizia a parlare di Search Ecosystem Optimization: la SEO deve essere fluida, capace di posizionare il tuo Brand nel luogo e nel momento in cui il tuo pubblico cerca (o si lascia ispirare), a prescindere dal canale.
La spinta dell’AI: perché è un catalizzatore di cambiamento
L’intelligenza artificiale e i Large Language Model (LLM) hanno accelerato la necessità di rivedere processi e competenze. Generare contenuti su larga scala è più semplice, ma sapere quali contenuti generare, come validarne la qualità e come integrarli in una strategia di marketing coerente è tutt’altra storia. Chi conosce i fondamenti della SEO – analisi dei dati, comprensione degli intenti di ricerca, ottimizzazione tecnica, misurazione dei risultati – e sa usare l’AI come un alleato, potrà:
- Velocizzare i processi di creazione di contenuti e di analisi;
- Ridurre i costi di produzione e “mangiarsi” budget di altre aree (cataloghi, traduzioni, copy);
- Avere una visione integrata, orizzontale: SEO, ADV, Content, UX e Social non sono più mondi separati.
Allo stesso tempo, chi proverà a sfruttare l’AI senza basi solide rischierà di generare montagne di contenuti inconsistenti e di non gestire correttamente la propria “presenza digitale” in questa complessità.
Verso la Digital Accept Optimization (DAO)
Già quindici anni fa, pionieri come Cesarino Morellato avevano intuito che la SEO, essendo un canale “pull” (l’utente cerca una risposta), doveva estendersi anche alle logiche “push” (pubblicità, email marketing, social). Da qui l’idea di “DAO” – Digital Accept Optimization – una visione che unisce tutto ciò che può e deve essere ottimizzato in un ecosistema digitale. Oggi vediamo chiaramente realizzarsi questa profezia: la SEO non è più un silos, ma entra in connessione con ogni tassello del marketing e della comunicazione online. L’orizzontalità delle competenze (conoscere Copy, UX, ADV, CRM, Social, ecc.) diventa cruciale quanto la verticalità sulla SEO pura.
Caos? Sì, ma con opportunità enormi
Dall’esterno, può sembrare un momento caotico: i canali si moltiplicano, gli algoritmi evolvono di continuo, l’AI sconvolge i processi tradizionali. Ma per chi lavora (o vuole lavorare) nella SEO e nel digital marketing, è un’occasione irripetibile:
Nuovi ruoli e skill: dal “consulente SEO” classico al “system integrator” dell’ecosistema digitale, capace di orchestrare SEO, AI, dati e strategia.
Più spazio per la competenza: l’AI è un acceleratore di idee, ma non può sostituire le conoscenze specialistiche. Serve chi sa cosa fare, perché farlo e come farlo.
Visibilità e autorevolezza: in un mondo in cui l’autorevolezza si misura anche dal numero di follower, la SEO si integra con la brand reputation sui social, con le community, con gli influencer. Saper costruire (e difendere) una reputazione online è un vantaggio competitivo senza eguali.
Il futuro è di chi integra, non di chi si isola
Non è più possibile puntare tutto solo sul posizionamento organico di un sito web o, al contrario, investire unicamente in advertising. Il futuro della SEO (e del marketing) appartiene a chi saprà abbracciare tutti i canali e gli strumenti a disposizione, mantenendo fermo un punto: la conoscenza profonda dei fondamenti. Perché, se la tecnologia cambia, i principi di base del marketing e della comunicazione – capire le persone, i loro bisogni, e soddisfarli in modo efficace – restano gli stessi.
Dunque prepariamoci al caos, ma con la consapevolezza che si tratta di un’opportunità straordinaria per i professionisti e le aziende che investono in competenze solide, mentalità aperta e voglia di sperimentare. In altre parole, la SEO fluida non è che l’evoluzione più naturale di un percorso che unisce tecnologie, ecosistemi digitali e, soprattutto, le persone.
Sei pronto ad affrontare questa svolta? Il momento di agire è ora.