La Responsabilità Sociale d’Impresa sempre più concreta nelle aziende
La lettura dei risultati sulla ricerca “LA RESPONSABILITÀ SOCIALE: L’OPINIONE DEGLI ITALIANI E DELLE AGENZIE DI COMUNICAZIONE” realizzata da EMG Acqua riporta alcuni risultati davvero sorprendenti, sui quali il mondo della comunicazione dovrebbe attentamente riflettere. Questo con l’obiettivo di rilanciare e valorizzare una delle funzioni primarie che le aziende produttrici e distributrici di prodotti di marca dovrebbe svolgere, specie in una fase storica in cui le istituzioni pubbliche del mondo sembrano concentrarsi più sul “come”, che non sul “cosa” fare per il benessere dell’umanità.
Vale la pena di ricordare qualche “chicca” emersa dalla ricerca, per confermare l’esigenza che la Responsabilità Sociale d’Impresa (Corporate Social Responsibility) diventi una delle componenti essenziali del sempre più complesso processo di posizionamento di un’azienda e dei suoi marchi di linea o prodotti sul mercato.
Ne ha sentito parlare solo il 12,4% del campione rappresentativo della popolazione italiana che ha partecipato all’indagine, mentre l’83% non dà a questa “mission” aziendale alcuna credibilità. Sebbene in misura minore (67,5%), il pubblico diffida molto anche delle etichette dei prodotti.
L’impegno delle imprese nel sociale sarebbe importante, ma non viene percepito come veritiero (è credibile solo per il 16,5% del campione) e, in ogni caso, non deve incidere molto sul prezzo delle merci.
Scarsissimi i tentativi del pubblico di entrare in contatto con le aziende, per conoscere l’impatto sull’ambiente di un prodotto o di un servizio: solo il 2,2% del campione dichiara di averlo fatto, avendo ottenuto nel 42% dei casi risposte soddisfacenti.
Di altro tenore, in termini di conoscenza e di affidabilità, sono i dati raccolti presso le agenzie, che però potrebbero essere giudicati un po’ “di parte”. Da notare comunque che il 52% delle agenzie giudica a sua volta poco credibili gli sforzi delle imprese di assumersi una concreta responsabilità sociale.
Commenta Loris Zanelli, CEO dell’agenzia di comunicazione integrata PubliOne, consigliere di Unicom e responsabile del tavolo di lavoro A.D.S:
“nelle iniziative che abbiamo realizzato abbiamo potuto verificare direttamente i benefici di un’attività di CSR programmata e realizzata con il necessario impegno e con quella sensibilità che diventa patrimonio dell’immagine e del valore dell’impresa (Company & Brand Equity). Un esempio significativo è rappresentato dall’azione “Fai un gesto d’amore: Dona l’acqua”, con la quale da oltre 7 anni nelle insegne della grande distribuzione A&O e Famila della Romagna e delle Marche, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, si raccolgono donazioni della clientela destinate a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni africane. Questi generosi contributi, uniti alle risorse messe a disposizione dalle stesse insegne, hanno permesso di realizzare 12 pozzi e 2 sistemi irrigui e hanno consentito anche la finalizzazione di una scuola in cui centinaia di bambini hanno ritrovato il sorriso e la speranza di un futuro migliore. L’altra attività realizzata è l’attualissimo progetto NoCyberbullismo, in cui Unieuro in collaborazione con Polizia di Stato promuove il tour #cuoriconnessi che quest’anno toccherà 20 teatri e auditorium. Parteciperanno gli studenti e i loro insegnanti, che verranno sensibilizzati a un uso corretto e consapevole dei mezzi di comunicazione che le moderne tecnologie mettono oggi a disposizione di tutti. L’operazione è l’esempio forse più coerente con un’idea molto importante: è necessario che le imprese, per il loro ruolo nella società, non concentrino la loro attività e le loro risorse solo sulla produzione e distribuzione di prodotti e servizi, ma ne dedichino almeno una parte anche agli interessi più globali della collettività e, in funzione del settore nel quale operano, di specifici segmenti di pubblico”.